Caritas Veritatis

L'amore della Verità cerca l'ozio santo (Sant'Agostino)… blog di riflessioni, pensieri e condivisioni cristiane..


XII domenica del T.O./A: La tua grazia vale più della vita

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10,26-33)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geenna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

Commento

Nella pagina evangelica propostaci per questa domenica ci viene presentata la continuazione del discorso missionario di Gesù, il secondo dei grandi discorsi che compongono il Vangelo di Matteo. L’Evangelista, secondo quanto ci dicono gli studiosi delle Scritture, ha modellato questo discorso sull’esperienza della Chiesa delle origini perseguitata ed emarginata. Gesù incoraggia i suoi apostoli e missionari di ogni epoca a non aver paura degli uomini. Troppo spesso la nostra testimonianza cristiana risente di queste resistenze umane, di queste paure, che ci impediscono di essere coerenti ed incisivi. Davanti a Dio le trame e le macchinazioni umane, messe in atto per fare il male e danneggiare gli altri, sono destinate a venir smascherate dalla luce della verità. Essa trionfa sempre! Un vero discepolo è chiamato ad ascoltare la voce del Signore, nel segreto della propria coscienza e a testimoniarlo con coraggio sulle terrazze del mondo, attraverso la parola e soprattutto i fatti, senza vergogna. La testimonianza cristiana, inoltre, ci pone di fronte a quello che conta veramente davanti al Signore. Il salmista ci ricorda: “La tua grazia vale più della vita” (Sal 62,4). Chi segue Cristo ed è suo discepolo missionario non ha paura di coloro che possono fargli del male fisico, più di ciò che possa danneggiare la propria anima. L’essere in grazia di Dio, ossia in comunione di amicizia profonda con Lui, senza il peccato, vale più della vita stessa. È questo che ci insegnano i martiri, veri testimoni della fede, coloro che pur di non offendere il Signore hanno dato la loro vita per Cristo. Questo primato dello spirituale ci invita ad una profonda riflessione anche sulla nostra vita. Troppo spesso noi siamo terrorizzati e schiacciati dal dolore fisico, che certamente è un aspetto assolutamente duro della vita umana, che merita tutto il nostro rispetto e cura, ma facilmente dimentichiamo che la mancanza di amore, la solitudine e la chiusura in sé stessi possono davvero distruggere la vita in un senso ancora più profondo. Quando Dio non c’è, l’uomo vive già l’inferno su questa Terra. Eppure Egli ci ama così tanto, da vegliare paternamente e amorevolmente su di noi, attraverso la sua divina benevolenza, attenta alle piccole e fragili realtà (passeri, capelli), e quindi, con maggior cura veglia su coloro che sono suoi figli e suoi collaboratori. Mai possiamo sentirci abbandonati dal Signore! Da questa forza e certezza, riceviamo il coraggio di essergli testimoni, di riconoscerlo davanti agli uomini, specialmente in coloro che sono sofferenti, affamati, nudi, affaticati, oppressi, poveri e abbandonati. Sentiamo risuonare con forza quelle parole che il Re, Cristo, alla fine dei tempi, quando saremo giudicati sull’amore, ci dirà: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi” (Mt 25,35-36).

Bene-dire (a cura di don Francesco Diano)

Ma che cosa significa testimoniare? Che cosa dobbiamo testimoniare? Poiché la testimonianza è di Cristo, ciò che la tua vita deve esprimere è il riferimento a Lui, l’orientamento costante e fedele a Lui. L’ideale della testimonianza non è semplice “coerenza” con certi principi, se questa richiama solo alla tua bravura personale, alla tua correttezza, alla tua onestà. Questi valori, e molti altri, sono validi parzialmente, ma sono veri fino in fondo e possono essere vissuti davvero solo nel riferimento ad un Altro. Solo allora correttezza e bravura diventano testimonianza di Cristo, e tu sei non soltanto una “brava persona” ma anche un vero “testimone”. Ciò è importante anche per un altro aspetto: l’inevitabile presenza del male nella nostra vita, un male che è incoerenza e controtestimonianza. Anche qui l’ideale è rendere presente un altro, che è più grande del nostro male, ed è origine del nostro bene, e continuamente ci perdona e ci rinnova. Se aspettassimo ad essere pienamente coerenti per testimoniare, non cominceremmo mai. Il cuore della testimonianza cristiana è, dunque, la Persona di Cristo: Lo annunciamo, perché una Persona ed una storia si indicano e si raccontano; Lo annunciamo, perché sia chiaro che è Lui il centro e l’origine di quanto cerchiamo di vivere. Lo annunciamo, perché possa affascinare altri come ha affascinato noi (A. Maggiolini, Regola di vita cristiana per i giovani).

Preghiera

Dammi coraggio per non negare di conoscerti, quando i colleghi ridono parlando di te come di un mito e dei tuoi seguaci come di gente alienata. Dammi forza per non spaventarmi, quando mi accorgo che essere coerente con il tuo insegnamento può significare essere un perdente e trovare sbarrate molte strade nella società. Dammi la gioia di sapermi con te, quando resto isolato dagli amici che ritengono una perdita di tempo la preghiera e l’eucaristia.  Dammi la fortezza per superare ogni rispetto umano, per non vergognarmi del vangelo, quando essergli fedele comporta il sentirmi “diverso” dalla grande folla che fa opinione e costume. Fammi, o Signore, testimone del tuo amore!



Una replica a “XII domenica del T.O./A: La tua grazia vale più della vita”

  1. “Mai possiamo sentirci abbandonati dal Signore! Da questa forza e certezza, riceviamo il coraggio di essergli testimoni…”

    Grazie Don Luciano per queste parole sante. Il Signore è con noi sempre.

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