Caritas Veritatis

L'amore della Verità cerca l'ozio santo (Sant'Agostino)… blog di riflessioni, pensieri e condivisioni cristiane..


Solennità dell’Ascensione del Signore/B: Una Presenza rinnovata

Dal vangelo secondo Marco (Mc 16,15-20)

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

Commento

Con la solennità dell’Ascensione, che cade il giovedì della VI settimana di Pasqua, esattamente quaranta giorni dopo la domenica di Resurrezione e che per motivi pastorali viene spostata alla domenica successiva, la Chiesa ci invita a contemplare un momento fondamentale della vita e del ministero del Figlio di Dio. Dopo essersi manifestato ai discepoli e a vari testimoni nelle settimane successive alla sua Resurrezione, Gesù conclude la fase della sua presenza fisica in mezzo ai suoi, per rendersi presente in un modo completamente nuovo nella comunità dei discepoli di ogni tempo e di ogni luogo, rientrando in cielo nell’abbraccio del Padre e dello Spirito, anche con la sua umanità glorificata. Con questa solennità si chiude come in un cerchio meraviglioso il cammino iniziato da Gesù nella sua discesa nel seno di Maria quando si è fatto uomo, per recare la nostra umanità redenta e glorificata nel cuore stesso di Dio, dopo la sua morte e resurrezione. L’opera della salvezza di Gesù ha cambiato per sempre le sorti di questa umanità: l’uomo fatto di terra, nelle cui narici sin dalla creazione c’è l’alito di vita, diviene ora in maniera completa e definitiva cittadino del cielo. Cristo, come Capo del Corpo, ci precede e ci prepara un posto, perché anche noi possiamo essere con Lui per sempre nell’abbraccio della Trinità. La comunione con il Risorto ed il Vivente, non più caratterizzata dalla familiarità terrena con i suoi discepoli, si fa perfetta, mediante la sua presenza nella Chiesa: “dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20) e “io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). Nel momento della sua separazione fisica dai discepoli, Gesù li invita a mettersi in movimento, a non rimanere bloccati in una spiritualità nostalgica e disincarnata, ma ad andare a portare all’umanità l’annuncio di questa vita che non conosce tramonto. Questo cammino, tuttavia, può essere fruttuoso soltanto nella misura in cui non si scappa dalle sfide quotidiane, abitando le contraddizioni. Sappiamo, infatti, che non siamo più soli, ma mediante la fede e il battesimo, Gesù si rende presente e unisce a sé quelli che gli appartengono, perché anch’essi un giorno possano essere pienamente con Lui nella Luce. Di fronte a questo progetto ci sorge una domanda: perché Gesù non ha continuato a mantenersi presente fisicamente in mezzo a noi, cosicché tutti potessero vederlo e aderire alla sua persona? La risposta che possiamo tentare di abbozzare è questa: Gesù non vuole imporsi, non vuole privarci della libertà di sceglierlo sempre di nuovo. Egli ci dona la sua Parola, i sacramenti della Chiesa, persino segni del suo passaggio e della sua presenza, ma vuole che ciascuno vi aderisca nella fede con piena libertà, disponibilità del cuore e amore incondizionato alla sua Persona. Quando siamo con Lui, Egli non fa mancare la sua presenza come nella comunità della Chiesa nascente, accompagnando con segni, l’efficacia della sua Parola di salvezza. Siamo consapevoli, dunque, che Lui è sempre con noi? Cosa facciamo per renderlo presente nella vita degli altri?

Bene-dire (a cura di don Francesco Diano)

Le vere amicizie sono durature perché il vero amore è eterno. L’amicizia nella quale il cuore parla al cuore è un dono di Dio, e nessun dono che viene da Dio è temporaneo od occasionale. Tutto ciò che viene da Dio partecipa della vita eterna di Dio. L’amore tra le persone, quando è dato da Dio, è più forte della morte. In questo senso la vera amicizia continua al di là dei confini della morte. Quando hai amato profondamente, quell’amore può crescere anche più forte dopo la morte della persona che ami. È questo il centro del messaggio di Gesù. Quando Gesù è morto, l’amicizia dei discepoli con lui non è scemata. Al contrario, è cresciuta. È questo il significato dell’invio dello Spirito. Lo Spirito di Gesù ha reso duratura l’amicizia di Gesù con i suoi discepoli, più forte e più intima di prima della sua morte. È questo che Paolo ha sperimentato quando diceva: «Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me» (Gal 2,20). Devi avere fiducia che ogni vera amicizia non ha fine, che esiste una comunione dei santi tra tutti coloro, viventi o defunti, che hanno veramente amato Dio e si sono amati l’un l’altro. Sai dall’esperienza quanto questo sia reale. Coloro che hai amato profondamente e che sono morti continuano a vivere in te, non solo come ricordi, ma come presenze reali. Osa amare ed essere un vero amico. L’amore che dai e ricevi è una realtà che ti condurrà sempre più vicino a Dio e a coloro che Dio ti ha dato da amare (H.J.M. NOUWEN, La voce dell’amore, Brescia, Queriniana, 2005, 111-112).

Preghiera

Gesù, vorremmo sapere che cosa sia stato per te tornare nel seno del Padre, tornarci non solo quale Dio, ma anche quale uomo, con le mani, i piedi e il costato piagati d’amore. Sappiamo che cosa è tra noi il distacco da quelli che amiamo: lo sguardo li segue più a lungo che può… Il Padre conceda anche a noi, come agli apostoli, quella luce che illumina gli occhi del cuore e che ti fa intuire Presente, per sempre. Allora potremo fin d’ora gustare la viva speranza a cui siamo chiamati e abbracciare con gioia la croce, sapendo che l’umile amore immolato è l’unica forza atta a sollevare il mondo. Amen.



Una replica a “Solennità dell’Ascensione del Signore/B: Una Presenza rinnovata”

  1. “Cristo, come Capo del Corpo, ci precede e ci prepara un posto… Nel momento della sua separazione fisica dai discepoli, Gesù li invita a mettersi in movimento…”

    Grazie don Luciano che sempre ci aiuti a mettersi in movimento verso dove il Signore ci ha preparato il posto.
    – Samy

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