Caritas Veritatis

L'amore della Verità cerca l'ozio santo (Sant'Agostino)… blog di riflessioni, pensieri e condivisioni cristiane..


XXVIII domenica del T.O./B: La forza delle scelte

Dal vangelo secondo Marco (Mc 10,17-27)
 In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».

Commento

L’esperienza di questo tale, un buon uomo, umanamente giusto e corretto, che corre incontro a Gesù, pieno di buoni propositi e di entusiasmo può avvenire sempre di nuovo anche nella nostra vita, quando ci lasciamo prendere dall’euforia del sacro, dal desiderio di cose grandi, ma in realtà, non siamo capaci di portare il peso delle vere esigenze del Vangelo. Lo sguardo profondo e penetrante del Maestro, la vera Sapienza del Padre, che ci ama per quello che siamo, è un dono grandioso, ma sempre carico di responsabilità. La chiamata di Gesù a lasciare tutto e seguirlo, non sempre ci trova preparati e disposti ad accoglierla senza riserve. Nudo di fronte all’amore incondizionato del Maestro, l’uomo scopre cosa veramente ama nella sua vita, da cosa veramente dipende. Era un uomo buono quel tale, certamente capace di osservare i comandamenti, ma quando si trattò di fare il passo radicale, cioè di scegliere di abbandonarsi totalmente al Tutto, non ebbe la forza e il coraggio necessari. Può accadere anche a noi, quando sentiamo il fascino di Gesù, ne ammiriamo la bellezza, emotivamente siamo attratti dal Vangelo, ma non abbiamo la forza delle scelte. L’amore di Cristo, che ci chiama a corrispondere con la stessa intensità, non può essere soltanto un movimento emozionale, ma deve necessariamente trasformarsi in scelte concrete, che toccano il vivo della nostra esistenza umana. Quando scopriamo seriamente il suo sguardo su di noi, la sua Parola viva ed efficace, ci svela il cuore. È lì che capiamo cosa conta veramente per noi: le cose di questo mondo, le ricchezze, il potere, le persone, o Lui. Quanto è difficile passare da una fede cosmetica ad una fede esistenziale! È molto più facile fermarsi all’esteriorità delle nostre osservanze, che impegnarsi nella relazione profonda con Gesù, un’amicizia che non ammette condivisioni. Con Lui funziona così: o tutto o niente! Siamo pronti ad accogliere questa sfida?

Bene-dire (a cura di don Francesco Diano)

Il denaro serve in primo luogo a sostenere le spese necessarie per mantenersi. Infatti, serve ad assicurarsi il sostentamento anche per il futuro. È quindi sensato mettere da parte dei soldi e investirli bene, in modo da poter vivere nella vecchiaia senza paura della povertà e della miseria. Ma nei confronti del denaro dobbiamo sempre essere consapevoli che è a servizio degli uomini e non viceversa. Il denaro può dispiegare anche una dinamica propria. Ci sono persone che non ne hanno mai abbastanza. Vogliono averne sempre di più. Ed eccedono nel preoccuparsi per la vecchiaia. In ultima analisi diventano dipendenti dal denaro. Nel rapporto con il denaro dobbiamo rimanere liberi interiormente e non lasciarci definire sulla base del denaro e nemmeno lasciarci dominare da esso. Se giustamente si dice che il denaro è al servizio dell’uomo, allora non dovrebbe essere solo al mio servizio, ma anche a quello degli altri. Con il mio denaro ho sempre una responsabilità nei confronti degli altri. Le donazioni a favore di una causa buona sono solo una possibilità di concretizzare questa responsabilità. Da dirigente d’azienda posso creare posti di lavoro sicuri mediante investimenti e, in questo modo, essere al servizio degli altri. O sostengo progetti che aiutano a vivere in modo più umano. Importante è l’aspetto del servizio agli altri e della solidarietà: soprattutto l’evangelista Luca ci ammonisce a tenere un atteggiamento di condivisione reciproca. Ci sono risposte diverse relative al modo di investire bene denaro per il futuro. Non da ultimo la decisione dipende dalla psiche del singolo. Uno accetta più rischi, l’altro meno, perché preferisce dormire sonni tranquilli. Ma anche qui si tratta di utilizzare i soldi in modo intelligente. Tuttavia, è necessaria sempre la giusta misura, che argina la nostra avidità. E sono necessari criteri etici. Non dovremmo depositare i soldi solo dove ottengono gli utili maggiori, ma piuttosto dove vengono tenuti in considerazione criteri etici. Oramai molte banche offrono fondi etici, che investono solo in aziende che corrispondono alle norme della sostenibilità, del rispetto delle dignità umana e dell’ecologia. Decisivo per il rapporto, con il denaro: non dobbiamo soccombere all’avidità. È necessaria soprattutto la libertà interiore (cfr. A. GRÜN, Il libro delle risposte, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI), 2008, 157-158).

Preghiera

Sono io, Signore, Maestro buono, quel tale che tu guardi negli occhi con intensità di amore. Sono io, lo so, quel tale che tu chiami a un distacco totale da sé stesso.
È una sfida. Ecco, anch’io ogni giorno mi trovo davanti a questo dramma: alla possibilità di rifiutare l’amore. Se talvolta mi ritrovo stanco e solo, non è forse perché non ti so dare quanto tu mi chiedi? Se talvolta sono triste, non è forse perché tu non sei il tutto per me, non sei veramente il mio unico tesoro, il mio grande amore? Quali sono le ricchezze che mi impediscono di seguirti e di gustare con te e in te la vera sapienza che dona pace al cuore?
Tu ogni giorno mi vieni incontro sulla strada per fissarmi negli occhi, per darmi un’altra possibilità di risponderti radicalmente e di entrare nella tua gioia. Se a me questo passo da compiere sembra impossibile, donami l’umile certezza di credere che la tua mano sempre mi sorreggerà e mi guiderà là, oltre ogni confine, oltre ogni misura, dove tu mi attendi per donarmi null’altro che te stesso, unico sommo Bene.
Amen



Una replica a “XXVIII domenica del T.O./B: La forza delle scelte”

  1. “Era un uomo buono quel tale, certamente capace di osservare i comandamenti, ma quando si trattò di fare il passo radicale, cioè di scegliere di abbandonarsi totalmente al Tutto, non ebbe la forza e il coraggio necessari.”

    Grazie don Luciano che ci aiuti di prendere il passo radicale.
    – Samy

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