Caritas Veritatis

L'amore della Verità cerca l'ozio santo (Sant'Agostino)… blog di riflessioni, pensieri e condivisioni cristiane..


XXXI domenica del T.O./B: L’ascolto e l’amore

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 12,28b-34)

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

Commento

Il Vangelo di Marco, nei brani proposti alla nostra attenzione in queste domeniche, si caratterizza per gli incontri tra Gesù e diverse categorie di persone. Oggi è la volta di uno scriba, uno studioso della legge, un teologo di professione, potremmo dire. Si tratta di una categoria solitamente ostile nei confronti del Maestro, accusato di mettere in crisi le loro certezze granitiche. Eppure Gesù abbraccia anche lui, non si pone nei suoi confronti in un atteggiamento di chiusura e pregiudizio, ma ascolta e risponde alla sua domanda. Nel dibattito delle scuole rabbiniche vi erano posizioni differenti sul fondamento della legge, composta da 613 norme, di cui 248 precetti (uno per ogni parte del corpo!) e 365 divieti (uno per ogni giorno dell’anno!). Questo studioso vuole anche l’opinione di Gesù a riguardo, chiedendogli quale sarebbe il primo di tutti i comandamenti. Il Maestro va al cuore della Scrittura, citando Deuteronomio 6,4, in cui emerge anzitutto il primato dell’ascolto. Fedeltà alla Legge e alla volontà di Dio vuol dire, in primo luogo, apertura del cuore, capacità non solo di sentire, ma di ascoltare profondamente. Il rapporto tra il Dio di Israele e il suo popolo trova il suo fondamento nell’ascolto, nell’accogliere il dono di una Parola che si rivela in maniera gratuita, disinteressata e di propria iniziativa. A questa rivelazione l’uomo risponde con l’ascolto e, quindi, con l’adesione. Questa dinamica che era vera per la Prima Alleanza, è confermata e rafforzata da Gesù. San Paolo ce lo ricorda bene nella Lettera ai Romani: “la fede viene dall’ascolto e l’ascolto riguarda la parola di Cristo” (Rm 10,17). Pensando alla nostra vita di fede, dunque, in questa domenica dovremmo anzitutto chiederci: che ruolo ha l’ascolto nel mio rapporto con Dio? È esso una priorità? Sono capace di mettermi davanti a Lui in silenzio, per ascoltarne la voce e lasciarmi guidare dalla sua volontà? Oppure la mia vita è sempre e completamente proiettata al di fuori di me, nel fare cose che per quanto importanti siano, non sono veramente fondamentali? In questo ascolto intimo della volontà di Dio in noi riscopriamo la verità del suo amore per noi, che ci precede e ci accompagna sempre. Da questa intima scoperta, scaturisce la risposta esistenziale: corrispondere al suo amore con il nostro verso di Lui, in maniera totalizzante e senza riserve, con ogni aspetto della nostra umanità (cuore, anima, mente e forza) e amare chi ci sta accanto, per quello che è, come amiamo noi stessi, scoprendoci destinatari dell’amore di Dio. Questo è principio e fondamento della nostra fede, della nostra vita cristiana e di ogni azione che possiamo compiere con Dio e per Dio. Le formalità cultuali – che lo scriba chiama “olocausti e sacrifici” – senza questa base di amore, sono vuote e persino controproducenti alla nostra santità. Ci viene ancora incontro San Paolo: “E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe” (1Cor 13,3). Lo scriba nel suo percorso di ricerca interiore era giunto ad un buon punto, aveva capito già abbastanza, tanto che Gesù gli dice che non era lontano dal Regno di Dio. Questo buon percorso, però, potrebbe non ancora essere sufficiente: dalla comprensione si deve passare alla vita, dalla mente al cuore e dal cuore ai fatti. Vigiliamo su noi stessi, lasciandoci sempre di più trasformare dalla nostra amicizia con Lui.

Bene-dire (a cura di Mons. Francesco Diano)

Durante quel terzo giorno, il giovane principe non aprì quasi bocca. Mi ascoltava e tornava a sprofondare nelle sue riflessioni, come se, sentendo avvicinarsi la fine del viaggio, volesse assorbire tutte le mie esperienze. “Parlami della felicità e dell’amore”, mi chiese all’improvviso. “Bell’argomento” esclamai con un sospiro. […] “L’esperienza mi ha insegnato che non esiste la felicità senza l’amore, intenso come una costante passione per la vita e un continuo stupore di fronte a tutto ciò che percepiamo attraverso i nostri sensi: colori, movimenti, suoni, odori o forme che siamo. […] La strada più diretta e più semplice per la felicità è rendere felici le persone attorno a noi”, conclusi. Dopo una pausa di silenzio, notando che il mio giovane amico mi ascoltava attento proseguii: “Quanto all’amore, la più grande verità mai detta è che si apprende ad amare solo amando. Tutti possiedono una grande capacità di offrire amore, anche solo con un sorriso, che arricchisce chi lo dà e chi lo riceve”. […] “L’amore vero”, proseguii, “si concentra su quello, che fa bene agli altri e dimentica sé stesso. Per questo tipo di amore, capace di accettare tutto e perdonare tutto, non c’è niente di impossibile. Se trattiamo gli altri per quello che sono, continueranno a essere sempre gli stessi, ma se li trattiamo per quello che potrebbe diventare, raggiungeranno tutta la loro pienezza. Questo è un amore altruista, che perfeziona tutto ciò che incontra e non lascia nessuno indifferente.” […] “E come faccio a sapere chi si merita il mio aiuto e il mio amore?” chiese il giovane principe. “Spesso risparmiamo il nostro aiuto per offrirlo solo a chi se lo merita davvero. È un grave errore, perché non spetta a noi giudicare i meriti altrui, cosa oltremodo difficile, ma semplicemente amare. Come accade con il perdono, chi più ama più si arricchisce. In fin dei conti, se Dio ama tutti gli esseri umani allo stesso modo, che diritto abbiamo noi di escludere alcuni e preferire altri? Chi si approfitta della tua bontà va semplicemente compatito. E in più, se dedicherai la tua vita a scoprire il meglio della gente, finirai per trovare il miglio di te stesso” (A.G. ROEMMERS, Il ritorno del giovane principe, Corbaccio, Milano, 2012, 101; 104-105).

Preghiera

O Dio unica fonte di tutto ciò che esiste, tu sei il Padre nostro: donaci l’amore perché, fedeli al tuo comandamento, possiamo amarti con cuore indiviso, cercando te in ogni cosa. Insegnaci ad amarti «con tutta la mente»: illumina la nostra intelligenza, perché libera dal dubbio e dalla vana presunzione sappia scoprire il tuo disegno di salvezza nella storia e nelle circostanze quotidiane.

Fa che ti amiamo «con tutte le forze», consacrando a te e al tuo servizio le nostre capacità e i nostri limiti, le nostre azioni e le nostre impotenze, i nostri risultati e i nostri fallimenti. Aiutaci, Signore, ad amarti in ogni fratello che tu ci hai posto accanto e che tu hai amato per primo, fino al sacrificio del tuo Figlio. La sua oblazione eterna ci dia la forza e la gioia di perdere noi stessi nella carità per ritrovarci pienamente in te che sei l’Amore. Amen.



Una replica a “XXXI domenica del T.O./B: L’ascolto e l’amore”

  1. “Sono capace di mettermi davanti a Lui in silenzio, per ascoltarne la voce e lasciarmi guidare dalla sua volontà? … Vigiliamo su noi stessi, lasciandoci sempre di più trasformare dalla nostra amicizia con Lui.”

    Grazie don Luciano che ci aiuti ad ascoltare la voce del Signore, lasciarci guidare dalla Sua volontà e crescere in amicizia con Lui!

    – Samy

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