Caritas Veritatis

L'amore della Verità cerca l'ozio santo (Sant'Agostino)… blog di riflessioni, pensieri e condivisioni cristiane..


III domenica del T.O./B: Una parola che trasforma

Dal vangelo secondo Marco (Mc 1,14-20)

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

Commento

Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino” (Sal 118,105), ci ricorda il Salmista. In questa domenica, la III del Tempo Ordinario, siamo invitati a meditare sul valore e l’importanza della Parola di Dio nella vita della Chiesa e nella nostra vita personale. Il brano evangelico che viene proposto alla nostra contemplazione, tratto dai primi versi del Vangelo di Marco, ci propone gli inizi del ministero di Gesù, la Parola fatta carne, venuta nel mondo per annunciare la buona novella di Dio. Nella sua infinita misericordia, il Padre ha inviato suo Figlio nel mondo, per riaprire il dialogo con l’umanità, per parlare “agli uomini come ad amici” (Dei Verbum, 2). Questa decisione di Dio, con la presenza della sua Parola Vivente, Cristo, in mezzo a noi, che in parole ed opere ci svela i misteri del Regno, rappresenta il compimento del tempo. È il punto in cui Dio e l’uomo si incontrano, Dio rompe il silenzio di secoli e non dice qualcosa di sé, ma si rivela in pienezza perché l’umanità partecipi della sua stessa vita divina. La persona di Gesù e la sua predicazione rendono prossimo il Regno di Dio, ossia la sua signoria sul mondo, sull’uomo e sulla storia. La sua presenza e l’incontro con la sua persona hanno  una forza trasformante, presentata dai due imperativi che il Maestro rivolge a tutti noi: convertitevi e credete al Vangelo. Chi incontra Cristo non può continuare a pensare e vivere come prima, ma gli viene richiesta la metanoia, che solitamente si traduce con conversione, per indicare un cambiamento profondo di mentalità, di criteri di valutazione e di priorità. Questo evidentemente implica anche un cambio di comportamenti: prima si pensava, giudicava e agiva senza di Lui, ora c’è Lui e la vita cambia! Questa trasformazione profonda di vita si fonda sulla nuova realtà della fede: credere in Lui, aderire alla sua Persona e al suo insegnamento, quindi costruire una relazione vitale con Lui. La potenza della Parola, poi, è capace di coinvolgere altri in quest’opera di annuncio e di salvezza. Essa interpella la libertà di uomini semplici e genuini, impegnati a vivere pienamente la loro realtà, al coinvolgimento in questa opera. La Parola del Regno non ammette ritardi, come la chiamata a fare il bene: non si può mai rimandare l’amore. La prontezza nella risposta dei primi discepoli conferma ancora una volta la potenza trasformante della presenza e della Parola di Cristo, che chiama e crea in modo discreto ed efficace.

Bene-dire (a cura di don Francesco Diano)

Secondo Girolamo, la parola di vocazione che Gesù pronuncia corrisponde a una nuova creazione. Chi si incontra con Gesù rimane affascinato dal suo volto, scopre la sua realtà e intraprende il cammino di ritorno al Padre. E subito li chiamò: e quelli, lasciato il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni, lo seguirono. Qualcuno potrebbe dire: Ma questa fede è troppo temeraria. Infatti, quali segni avevano visto, da quale maestà erano stati colpiti, da seguirlo subito dopo essere stati chiamati? Qui ci vien fatto capire che gli occhi di Gesù e il suo volto dovevano irradiare qualcosa di divino, tanto che con facilità si convertivano coloro che lo guardavano. Gesù non dice nient’altro che «seguitemi», e quelli lo seguono. È chiaro che se lo avessero seguito senza ragione, non si sarebbe trattato di fede ma di temerarietà. Infatti, se il primo che passa dice a me, che sto qui seduto, vieni, seguimi, e io lo seguo, agisco forse per fede? Perché dico tutto questo? Perché la stessa parola del Signore aveva l’efficacia di un atto: qualunque cosa egli dicesse, la realizzava. Se infatti «egli disse e tutto fu fatto, egli comandò e tutto fu creato» (Sal 148,5), sicuramente, nello stesso modo, egli chiamò e subito essi lo seguirono. «E subito li chiamò: e quelli subito, lasciato il loro padre Zebedeo…» ecc. «Ascolta, figlia, e guarda, e porgi il tuo orecchio, dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre: il re desidera la tua bellezza» (Sal 44,11ss.). Essi dunque lasciarono il loro padre nella barca. Ascolta, imita gli apostoli: ascolta la voce del Salvatore, e trascura la voce carnale del padre. Segui il vero Padre dell’anima e dello spirito, e abbandona il padre del corpo. Gli apostoli abbandonano il padre, abbandonano la barca, in un momento abbandonano ogni loro ricchezza: essi, cioè, abbandonano il mondo e le infinite ricchezze del mondo. Ripeto, abbandonarono tutto quanto avevano: Dio non tiene conto della grandezza delle ricchezze abbandonate, ma dell’animo di colui che le abbandona. Coloro che hanno abbandonato poco perché poco avevano, sono considerati come se avessero abbandonato moltissimo (GIROLAMO (347-420), Commento al vangelo di Marco, 2 (Tr.: R. Minuti – R. Marsiglio, Roma, 1965, 35-36).

Preghiera

Signore, tu hai aperto il mare e sei venuto fino a me; tu hai spezzato la notte e hai inaugurato per la mia vita un giorno nuovo! Tu mi hai rivolto la tua Parola e mi hai toccato il cuore; mi hai fatto salire con te sulla barca e mi hai portato al largo. Signore, Tu hai fatto cose grandi! Ti lodo, ti benedico e ti ringrazio, nella tua Parola, nel tuo Figlio Gesù e nello Spirito Santo. Portami sempre al largo, con te, dentro di te e tu in me, per gettare reti e reti di amore, di amicizia, di condivisione, di ricerca insieme del tuo volto e del tuo regno già su questa terra. Signore, sono peccatore, lo so, ma anche per questo ti ringrazio, perché tu non sei venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori e io ascolto la tua voce e ti seguo.   Ecco, Padre, lascio tutto e vengo con te…



2 risposte a “III domenica del T.O./B: Una parola che trasforma”

  1. “Chi incontra Cristo non può continuare a pensare e vivere come prima, …, che solitamente si traduce con conversione, per indicare un cambiamento profondo di mentalità, di criteri di valutazione e di priorità.”

    Grazie don Luciano che costantemente ci dici che incontro con il Signore cambia la nostra vita, mentalità e priorità e ci aiuti ad incontrarLo.
    -Samy

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  2. Chi incontra Cristo non può continuare a pensare e vivere come prima, ma gli viene richiesta la metanoia, …, per indicare un cambiamento profondo di mentalità, di criteri di valutazione e di priorità.

    Grazie don Luciano che costantemente ci dici che incontro con il Signore cambia la nostra vita, mentalità e priorità e ci aiuti ad incontrarLo.
    – Samy

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