Credo in Deum Patrem omnipotentem, Creatorem caeli et terrae
di don Tiziano Cantisani
La professione di fede che si articola con la formula ripetuta del verbo credere, sembra richiamare gli atti solenni di giuramento. È questo il significato della prima persona singolare. Ognuno è chiamato ad esprimere la propria fede. L’atto di fede rimane una scelta libera a cui ogni credente deve aderire. Recitando il credo ogni individuo si immette in una storia di fede che da Abramo, padre nella fede, raggiunge anche noi. Il verbo ebraico “aman” suggerisce la saldezza di chi pone i suoi piedi sulla roccia. Il verbo credere non suggerisce solo una conoscenza dottrinale, ma un porre le fondamenta della propria vita su questa verità assoluta. Ai nostri giorni la situazione del credente si presenta come diceva papa Benedetto, come quella di un uomo che attaccato ad una piccola traversa di legno va alla deriva sul mare. Sembra non ci sia più posto nel nostro secolo, nella nostra vita, nelle nostre menti e nei nostri cuori per quelle verità assolute che danno stabilità.
Nel primo articolo di fede si professa le fede in Dio Padre Onnipotente, creatore del cielo e della terra. Riconoscendo Dio come Padre affermiamo di credere in un solo Dio, ma non in un “Dio solo”, in un Dio che non è chiuso egoisticamente nella sua onnipotenza, ma che è aperto alla relazione, e in particolare ad una relazione di amore con il Figlio e lo Spirito Santo. Questa verità si ripercuote anche nella creazione di Dio. Dio non crea perché spinto da un bisogno, né crea meccanicamente degli automi. La creazione è un atto libero che dona libertà perché tutti coloro che lo cercano lo possano trovare.
Il filosofo Husserl aveva compendiato la sua riflessione nel motto “tornare alle cose”. Anche per noi che professiamo la nostra fede in un Dio creatore si rende necessario questo ritorno. Occorre tornare a guardare la straordinaria bellezza di ciò che Dio con enorme sapienza ha creato, occorre ritornare a meravigliarsi del sole che sorge, della fioritura degli alberi, delle immensità del mare, occorre tornare a studiare e rispettare il fantastico libro della natura che Dio ha scritto per noi. Per dirla con le parole di Tolkien occorre tornare alle cose per vederle così come Dio ha pensato che le vedessimo. Da questo sguardo rinnovato sgorga la lode al Creatore:
“Altissimo, Onnipotente Buon Signore, tue sono la lode, la gloria, l’onore ed ogni benedizione.
A te solo Altissimo, si addicono e nessun uomo è degno di pronunciare il tuo nome.
Tu sia lodato, mio Signore, insieme a tutte le creature specialmente il fratello sole, il quale è la luce del giorno, e tu attraverso di lui ci illumini.
Ed esso è bello e raggiante con un grande splendore: simboleggia te, Altissimo.
Tu sia lodato, o mio Signore, per sorella luna e le stelle: in cielo le hai formate, chiare preziose e belle.
Tu sia lodato, mio Signore, per fratello vento, e per l’aria e per il cielo; quello nuvoloso e quello sereno e ogni tempo
tramite il quale dai sostentamento alle creature.
Tu sia lodato, mio Signore, per sorella acqua, la quale è molto utile e umile, preziosa e pura.
Tu sia lodato, mio Signore, per fratello fuoco, attraverso il quale illumini la notte. E’ bello, giocondo, robusto e forte.
Tu sia lodato, mio Signore, per nostra sorella madre terra, la quale ci dà nutrimento, ci mantiene e produce diversi frutti con fiori colorati ed erba.
Tu sia lodato, mio Signore, per quelli che perdonano in nome del tuo amore e sopportano malattie e sofferenze.
Beati quelli che le sopporteranno in pace, perchè saranno incoronati.
Tu sia lodato, mio Signore, per la nostra morte corporale, dalla quale nessun uomo vivente può scappare:
guai a quelli che moriranno mentre sono in situazione di peccato mortale.
Beati quelli che la troveranno mentre stanno rispettando le tue volontà,
perché la seconda morte, non farà loro male.
Lodate e benedicete il mio Signore, ringraziatelo e servitelo con grande umiltà”.
” occorre tornare a studiare e rispettare il fantastico libro della natura che Dio ha scritto per noi. Per dirla con le parole di Tolkien occorre tornare alle cose per vederle così come Dio ha pensato che le vedessimo. Da questo sguardo rinnovato sgorga la lode al Creatore”
Bellissimo. Condivido completamente e apprezzo quanto innanzi. Un pensiero che induce a riflettere su quanto ci circonda e su ciò che Dio ha creato per noi e che credo ormai non riusciamo più ad ammirare,presi sempre dalle corse della vita, del quotidiano..
"Mi piace""Mi piace"