XXIX domenica del T.O./C: La preghiera come ginnastica del desiderio

Dal vangelo secondo Luca (Lc 18,1-8)
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare giudicevedovasempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?». 

Breve commento

La pagina evangelica di questa domenica ci aiuta a riflettere su uno dei pilastri della vita cristiana, la preghiera. Sembra opportuno, anzitutto, chiedersi: cosa intendiamo per preghiera? Esistono varie forme di preghiera, una preghiera di lode, di adorazione, di ringraziamento, di domanda, di supplica, di intercessione. A seconda delle modalità esiste la preghiera vocale, mentale, meditativa, contemplativa. Tutte queste forme diverse, che la Chiesa a partire dalla sapienza di Israele, passando per il Nuovo Testamento ci ha insegnato, trovano il loro modello nella preghiera di Gesù. Egli, in tutta la sua esistenza terrena, ha vissuto un dialogo profondo con il Padre nello Spirito Santo ed ora, nel Regno di Dio, come dice la lettera agli Ebrei, “è sempre vivo per intercedere a loro favore” (Eb 7,23). Il cuore della preghiera dunque è questo dialogo profondo, semplice, confidente con le persone della Trinità. Esso nutre la nostra amicizia con Dio, mantenendoci in comunione con Lui. Ecco perché Gesù racconta una parabola per sottolineare la necessità della preghiera. Come respirare, nutrirsi, assumere liquidi, è vitale per la vita del corpo umano, così il dialogo amoroso con il Signore, “come un amico parla con il suo amico” (Es 33, 11), è necessario per la nostra vita spirituale. Senza la preghiera, la nostra anima si atrofizza, non vede più con la luce dello Spirito e finisce per indebolirsi, fino a poter morire. La vita eterna, infatti, inizia su questa Terra, nella nostra amicizia con Dio. L’inferno, invece, non è altro che un’esistenza priva di questa amicizia e dialogo. Anch’esso, dunque, può iniziare su questa Terra. Ecco perché Sant’Alfonso ci ha ricordato che “chi prega, si salva”. Se dunque la preghiera è un’esigenza e una necessità, come deve essere? Presentandoci l’esempio di questa vedova che chiede giustizia e viene esaudita per la sua insistenza, Gesù ci dice che la nostra preghiera deve essere insistente e perseverante. Più che una serie di atti da reiterare, di formule da ripetere, essa deve essere un habitus, ossia un modo di essere ben radicato in noi. Per comprendere questo si può pensare a San Francesco d’Assisi. Come scrisse di lui Tommaso da Celano: “Francesco non era un Oranteuomo che pregava, ma un uomo fatto preghiera”. Infine, nella conclusione del brano, Gesù ci offre un altro insegnamento chiaro: la preghiera è intimamente legata alla fede. Essa è quasi il suo “termometro”. Soltanto chi ha fede prega, riconoscendo la bellezza del dialogo con l’Amico. Per capire allora come va la nostra fede, possiamo chiederci: come va la mia preghiera? Naturalmente non è solo sulla quantità che bisogna riflettere, ma sulla qualità di questo nostro dialogo con Lui. Alcuni obiettano: se Dio sa tutto, che bisogno c’è che io gli chieda qualcosa? Non è meglio che io investa il mio tempo nel fare, nelle opere di carità verso il prossimo? Ci aiuta a capire il senso della preghiera il grande Sant’Agostino, che scrivendo a Proba una nobildonna che gli chiedeva lumi sulla preghiera, affermava: “il Signore Dio nostro non desidera che noi gli facciamo conoscere qual è il nostro volere ch’egli non può non conoscere, ma desidera che nelle preghiere si eserciti il nostro desiderio, onde diventiamo capaci di prendere ciò che prepara di darci” (Lettera 130,8.17). La preghiera dunque, come dialogo con il Signore, è una ginnastica per il nostro desiderio di incontrarlo. Esercitandoci già da questa terra, potremo prepararci all’incontro con Lui, che è il compimento di ogni nostra attesa e speranza, dando un contenuto soprannaturale e spirituale a tutto il bene che possiamo fare, non solo confidando sulle nostre forze, ma aprendoci alla grazia che viene da Lui.


Bene-dire (a cura di don Francesco Diano)

«Mi chiedi: perché pregare? Ti rispondo: per vivere. Si, per vivere veramente, bisogna pregare. Perché? Perché vivere è amare: una vita senza amore non è vita. È solitudine vuota, è prigione e tristezza. Vive veramente solo chi ama: e ama solo chi si sente amato, raggiunto e trasformato dall’amore. Come la pianta che non fa sbocciare il suo frutto se non è raggiunta dai raggi del sole, così il cuore umano non si schiude alla vita vera e piena se non è toccato dall’amore. Ora, l’amore nasce dall’incontro e vive dell’incontro con l’amore di Dio, il più grande e vero di tutti gli amori possibili, anzi l’amore al di là di ogni nostra definizione e di ogni nostra possibilità. Pregando, ci si lascia amare da Dio e si nasce all’amore, sempre di nuovo. Perciò, chi prega vive nel tempo e per l’eternità. E chi non prega? Chi non prega è a rischio di morire dentro, perché gli mancherà prima o poi l’aria per respirare, il calore per vivere, la luce per vedere, il nutrimento per crescere e la gioia per dare un senso alla vita. Mi dici: ma io non so pregare! Mi chiedi: come pregare? Ti rispondo: comincia a dare un po’ di tempo a Dio. All’inizio, l’importante non sarà che questo tempo sia tanto, ma che Tu glielo dia fedelmente. Fissa tu stesso un tempo da dare ogni giorno al Signore, e daglielo fedelmente, ogni giorno, quando senti di farlo e quando non lo senti». 

(Bruno Forte, Lettera sulla preghiera)

Preghiera
Signore, tu conosci tutto di me,
quello che voglio e quello che faccio;
conosci il mio bisogno di amicizia e di bontà,
di speranza e di verità.
Signore, ho voglia di pregare
perché tu me lo hai insegnato,
perché chi prega riceve la tua fortezza.
Aiutami a pregare
col cuore e con le parole,
di giorno e di notte.
da solo e con gli altri.
Insegnami a pregare per dirti grazie,
per crescere nella fede,
per camminare nella speranza.
per vivere la carità.
Signore, ti ringrazio perché,
quando penso a qualcosa di grande, penso a te;
quando mi sento vuoto, vengo da te;
quando prego, riesco a vivere come piace a te.
Signore, ti prego per quelli che sono soli,
per quelli che nessuno vuole.
Ti prego perché tu sei sempre
la forza dei deboli,
la speranza dei poveri, la salvezza dei peccatori.

 

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