Caritas Veritatis

L'amore della Verità cerca l'ozio santo (Sant'Agostino)… blog di riflessioni, pensieri e condivisioni cristiane..


XXV domenica del T.O./B: Diverso ordine di grandezze

Dal vangelo secondo Marco (Mc 9, 30-37)

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafàrnào. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

Commento

Gesù nel suo insegnamento e nella sua vita incarna una Sapienza differente, che viene dall’alto ed è portatrice di valori completamente opposti a quelli del mondo. Lontano da protagonismi e trionfalismi, in maniera discreta e umile, Gesù annuncia quello che gli accadrà. Dopo il fraintendimento di Pietro a seguito del suo primo annuncio della Passione, nel brano evangelico di questa domenica Gesù ribadisce la sua via. Egli, perché totalmente consegnato nelle mani del Padre con la sua volontà, sarà anche consegnato nelle mani degli uomini, per andare incontro alla sofferenza e alla morte, per poi riprendersi di nuovo la sua vita. È sempre difficile capire e accettare questa strada del Maestro, anche per i più vicini, come lo era stato per Pietro, così lo è anche per gli altri, che si chiudono nel silenzio, perché non capiscono bene e sono prigionieri della paura di fronte a qualcosa di così grande e misterioso. In questo contesto è ancora più stridente vedere come Gesù smascheri i veri pensieri dei suoi. Mentre egli annuncia la sua strada in salita, fatta di abbassamento, di umiliazione, sofferenza e morte, i suoi discepoli sono presi da manie di grandezza. Nessun cuore umano resta immune da tale tentazione: persino coloro che ascoltavano la viva voce di Gesù, che lo vedevano presente, che ne condividevano la familiarità quotidiana, erano tentati di leggere le cose secondo categorie umane e logiche di potere ed autoaffermazione! I discepoli di ogni tempo combattono nel loro cuore i più grandi nemici della logica evangelica, che sono l’orgoglio, la volontà di emergere, il prurito di essere riconosciuti! Scontrandosi con questa mentalità, il puro Vangelo di Gesù viene a ricordarci sempre di nuovo che “se uno vuol essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti” (Mc 9, 35). Il primato di cui il Maestro parla non ha nulla a che vedere con posizioni umane, con ruoli o incarichi, gradi, onorificenze, nomine e promozioni, ma è il privilegio di essere ammessi al banchetto del Regno. Chi vuol entrare lì, essere ammesso a questo primato, ha bisogno di abbracciare sempre di nuovo la stessa logica di Gesù: il servizio, l’abbassamento e la scelta dell’ultimo posto. L’ordine di grandezza umano, dunque, non rientra nella logica del Vangelo, ma soltanto ciò che è piccolo, indifeso, fino al disprezzo – come un bambino, secondo la scarsa considerazione che ne aveva il mondo antico – è oggetto della predilezione del Padre. È sempre il debole, il senza voce, il piccolo, a parlarci di Dio, del suo Regno e del suo amore. La storia della salvezza e la strada verso il cielo è questa: “ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili, ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote” (Lc 1, 52-53).

Bene-dire (a cura di Mons. Francesco Diano)

Non biasimare altri per la tua sorte, perché tu e soltanto tu hai preso la decisione di vivere la vita che volevi. La vita non ti appartiene, e se, per qualche ragione, ti sfida, non dimenticare che il dolore e la sofferenza sono la base della crescita spirituale. Il vero successo, per gli uomini, inizia dagli errori e dalle esperienze del passato. Le circostanze in cui ti trovi possono essere a tuo favore o contro, ma è il tuo atteggiamento verso ciò che ti capita quello che ti darà la forza di essere chiunque tu voglia essere, se comprendi la lezione. Impara a trasformare una situazione difficile in un’arma a tuo favore. Non sentirti sopraffatto dalla pena per la tua salute o per le situazioni in cui ti getta la vita: queste non sono altro che sfide, ed è il tuo atteggiamento verso queste sfide che fa la differenza. Impara a rinascere ancora una volta dalle ceneri del tuo dolore, a essere superiore al più grande degli ostacoli in cui tu possa mai imbatterti per gli scherzi del destino. Dentro di te c’è un essere capace di ogni cosa. Guardati allo specchio. Riconosci il tuo coraggio e i tuoi sogni, e non asserragliarti dietro alle tue debolezze per giustificare le tue sfortune. Se impari a conoscerti, se alla fine hai imparato chi tu sei veramente, diventerai libero e forte, e non sarai mai più un burattino nelle mani di altri. Tu sei il tuo destino, e nessuno può cambiarlo, se tu non lo consenti. Lascia che il tuo spirito si risvegli, cammina, lotta, prendi delle decisioni, e raggiungerai le mete che ti sei prefissato in vita tua. Sei parte della forza della vita stessa. Perché quando nella tua esistenza c’è una ragione per andare avanti, le difficoltà che la vita ti pone possono essere oggetto di conquista personale, non importa quali esse siano. Ricordati queste parole: “Lo scopo della fede è l’amore, lo scopo dell’amore è il servizio” (S. BAMBARÉN, La musica del silenzio, Sperling & Kupfer, 2006, 114-116).

Preghiera

Signore,
mettici al servizio dei nostri fratelli che vivono e muoiono nella povertà
e nella fame di tutto il mondo.
Affidali a noi oggi;
dà loro il pane quotidiano insieme al nostro amore pieno di comprensione, di pace, di gioia.
Signore, fa di me uno strumento della tua pace,
affinché io possa portare l’amore dove c’è l’odio,
lo spirito del perdono dove c’è l’ingiustizia,
l’armonia dove c’è la discordia,
la verità dove c’è l’errore,
la fede dove c’è il dubbio,
la speranza dove c’è la disperazione,
la luce dove ci sono ombre,
e la gioia dove c’è la tristezza.
Signore,
fa che io cerchi di confortare e di non essere confortata,
di capire, e non di essere capita,
e di amare e non di essere amata,
perché dimenticando se stessi ci si ritrova,
perdonando si viene perdonati

e morendo ci si risveglia alla vita eterna.
(Madre Teresa di Calcutta)



Una replica a “XXV domenica del T.O./B: Diverso ordine di grandezze”

  1. “Il primato di cui il Maestro parla… è il privilegio di essere ammessi al banchetto del Regno. Chi vuol entrare lì, essere ammesso a questo primato, ha bisogno di abbracciare sempre di nuovo la stessa logica di Gesù: il servizio, l’abbassamento e la scelta dell’ultimo posto.”

    Grazie don Luciano che ci aiuto ad abbracciare la logica di Gesù.

    "Mi piace"

Lascia un commento