L’Anno liturgico

di don Samuel Corniola

torta

Giovanni Battista Sparano da Caiazzo, Polittico (part.), Sagrestia Chiesa Madre di Tolve (PZ), 1545

Ogni anno la celebrazione della I domenica di Avvento segna l’avvio di un nuovo anno liturgico. Se per diverse Chiese orientali come per i riti dell’Occidente non romano (ambrosiano e ispano-mozarabico) il nuovo anno liturgico è iniziato oramai da una decina di giorni (18 novembre), i fedeli di rito romano lo inizieranno domenica prossima (2 dicembre). Ma cosa si intende per anno liturgico? Questa espressione sembra sia stata utilizzata per la prima volta dall’Abate Prosper Guéranger (1805-1875), riformatore dell’Abbazia benedettina di Solesmes e precursore del Movimento liturgico, il quale intitolò una delle sue più importanti opere L’Année liturgie. Volendo però comprenderne il senso profondo, credo sia utile richiamare l’Annuncio del giorno di Pasqua che è proclamato nella solennità dell’Epifania dopo il Vangelo e prima dell’omelia da un diacono o dal celebrante stesso (il testo che si riporta è quello proprio dalla liturgia romano): “Fratelli carissimi, la gloria del Signore si è manifestata e sempre si manifesterà in mezzo a noi fino al suo ritorno. Nei ritmi e nelle vicende del tempo ricordiamo e viviamo i misteri della salvezza. Centro di tutto l’anno liturgico è il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto… In ogni domenica, Pasqua della settimana, la santa Chiesa rende presente questo grande evento nel quale Cristo ha vinto il peccato e la morte. Dalla Pasqua scaturiscono tutti i giorni santi… Anche nelle feste della santa Madre di Dio, degli Apostoli, dei Santi e nella commemorazione dei fedeli defunti, la Chiesa pellegrina sulla terra proclama la Pasqua del suo Signore“. Dal testo emerge con chiarezza la centralità dal mistero pasquale. Questo viene celebrato ogni otto giorni in quello che si chiama giustamente dies Domini, giorno del Signore. In ogni domenica, infatti, i fedeli si radunano in assemblea per far memoria della passione, morte e risurrezione del Signore, ascoltando la divina Parola e partecipando all’Eucaristia. La costituzione liturgica Sacrosanctum Concilium del Vaticano II ci ricorda che “la domenica è la festa primordiale che deve essere proposta e inculcata alla pietà dei fedeli», e, più avanti, che essa «è il fondamento e il nucleo di tutto l’anno liturgico” (SC 106). Se in ogni domenica la Chiesa celebra la Pasqua di morte e risurrezione del Kyrios, una volta all’anno, nella domenica successiva la prima luna piena di primavera, questa stessa Pasqua è celebrata con una solennità del tutto particolare. A questo giorno ci si prepara con un tempo penitenziale di quaranta giorni, la Quaresima, e dalla gioia di questo scaturisce il Tempo di Pasqua, un periodo di cinquanta giorni culminante nella solennità di Pentecoste. Tutto il ciclo delle feste natalizie ha un chiaro riferimento pasquale: il Bambino di Betlemme è il Cristo crocifisso e risorto; l’Epifania a Israele (pastori, Simeone e Anna) e a tutti i popoli rappresentati dai magi avrà la sua più alta manifestazione sulla Croce.

Copia di PHOTO-2018-11-23-22-25-40

Evangelistario, Museo diocesano, Acerenza, sec. XII

Anche nelle feste degli Apostoli, dei Martiri e dei Santi, come nella commemorazione dei fedeli defunti, è sempre la Pasqua del Signore che si è realizzata e risplende nei suoi servi fedeli. Se questo è vero per tutti i santi, lo è in modo particolare per Maria, la madre di Gesù: “Congiunta indissolubilmente con l’opera della salvezza del Figlio suo, in Maria – la Chiesa – ammira ed esalta il frutto più eccelso della redenzione, ed in lei contempla con gioia, come in una immagine purissima, ciò che essa desidera e spera di essere nella sua interezza” (SC 103). In questo modo la Chiesa apre ai suoi figli i tesori della redenzione, permettendo a loro di venire a contatto con questi beni e di essere ricolmi della grazia salvezza scaturita dall’offerta pasquale di Cristo. “A Colui che era, che è e che viene, Signore del tempo e della storia, lode perenne nei secoli dei secoli. Amen” (Annuncio del giorno di Pasqua).

 

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