Caritas Veritatis

L'amore della Verità cerca l'ozio santo (Sant'Agostino)… blog di riflessioni, pensieri e condivisioni cristiane..


VI domenica del T.O./A: La giustizia superiore dell’amore vero

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5, 17-37)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli. Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo! Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna. Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio. Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno».

Commento

La pagina evangelica di questa domenica si presenta densissima e molto graffiante. Gesù , come nuovo Mosè, ci riporta al cuore stesso della legge. Non è sufficiente un’osservanza che sia puramente superficiale ed esteriore, ma occorre scendere nella profondità di quei precetti che Dio ha donato ad Israele, per indicare la retta via e rimanere nel recinto dell’amicizia con Lui. Le degenerazioni del fariseismo e degli studiosi della legge rendevano schiavi della lettera, Gesù viene ad illuminarci sul cuore stesso di questa legge, che è la giustizia superiore dell’amore vero. Essa germina in qualcosa di ancora più profondo dei gesti esteriori, tocca la parte più intima dell’uomo, dal quale sorgono le intenzioni più sante, ma anche i progetti di male più abominevoli. Attraverso le cosiddette antitesi, Gesù riprende alcuni passaggi noti e chiari della legge antica e li rilegge in modo approfondito e radicale, gettando luce nelle  mozioni più profonde del cuore. Si può essere assassini, infatti, pur non uccidendo materialmente nessuno, quando nel cuore si coltivano odio, rancore, vendetta, si cancella l’esistenza dell’altro, si pensa male di lui, lo si vede come un nemico. Finché siamo in questo mondo, vincendo noi stessi e confidando nella grazia, siamo sempre in tempo per correggere il tiro di queste radici di morte che si annidano in noi. Si può essere adulteri, pur senza consumarne l’azione, quando lo sguardo apre il cuore a desiderare un altro o un’altra, mentre si è nel vincolo santo del matrimonio, oppure pur non essendolo, si desidera chi lo è con un altro o un’altra. Non si è nella verità dell’amore, quando l’altro si considera un oggetto da possedere o cambiare a piacimento, svuotando il senso delle relazioni più vere. La parola umana richiede linearità e trasparenza, senza bisogno di sotterfugi, per mostrare la propria credibilità. Se il nostro comunicare è privo di ambiguità e doppiezze, non diamo spazio alla menzogna e alla finzione di avvelenare la nostra vita. Sono esigenze certamente alte quelle che Gesù ci propone nel suo insegnamento. Sappiamo, però, che questo percorso di interiorizzazione della vera giustizia, non è frutto del nostro sforzo, ma della luce dello Spirito che agisce in noi. Con Sant’Agostino, trasformiamo questa nostra riflessione in preghiera: “Ogni mia speranza è posta nell’immensa grandezza della tua misericordia. Da’ ciò che comandi e comanda ciò che vuoi” (Confessioni, X, 29.40)



Una replica a “VI domenica del T.O./A: La giustizia superiore dell’amore vero”

  1. “La parola umana richiede linearità e trasparenza, senza bisogno di sotterfugi, per mostrare la propria credibilità. Se il nostro comunicare è privo di ambiguità e doppiezze, non diamo spazio alla menzogna e alla finzione di avvelenare la nostra vita.”
    Grazie Don Luciano per averci aiutando sempre per vivere una vita di trasparenza e credibilità
    -Samy

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