Il cristianesimo è una fede profondamente storica, perché Dio dall’eternità ha scelto le pieghe della vicenda umana per manifestarsi e coinvolgere l’uomo nel suo disegno di piena comunione e felicità senza fine, considerandolo un partner alla pari, con la libertà di scegliere o rifiutare questo suo progetto. La festa della Natività di Maria, di chiara origine orientale, come la maggior parte delle feste mariane, è collegata alla dedicazione della Chiesa di Sant’Anna in Gerusalemme sul luogo tradizionalmente considerato quello natale della Vergine Maria. Essa viene a ricordarci che il centro della storia, l’Incarnazione del Figlio di Dio, ha avuto un’ampia e lunga preparazione nel corso dei secoli. In questa festa, come scrive Sant’Andrea di Creta, “il Creatore dell’universo ha costruito il suo tempio, oggi il giorno in cui, per un progetto stupendo, la creatura diventa la dimora prescelta del Creatore” (Disc. 1; PG 97, 810).
Per preparare questa degna dimora, Dio ha scelto una storia di uomini santi e peccatori, obbedienti al suo progetto, ma a volte anche resistenti (vedi i nomi e le vicende della Geneaologia di Gesù nella redazione di San Matteo, proposta come brano evangelico per questa festa). Nel chiaroscuro della storia, tuttavia, la luce ha avuto la meglio. Al contrario delle Genealogie dell’Antico Testamento, segnate da generazioni e da morti, quella di Gesù non usa mai il verbo morire, proprio per sottolineare questa nuova iniezione di vita e di luce data dall’evento cristiano. La generazione di Cristo, dal grembo di Maria, “dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo” (Mt 1,16), porta all’umanità il sole della Risurrezione e della vita senza tramonto. La Vergine Nascente, aurora della Redenzione, rappresenta quel resto di Israele fedele al Signore, che accoglie nella sua vita il progetto di Dio e che con il suo “Eccomi”, apre a Dio le porte dell’umanità perché siano abitate dal suo Figlio. Anche noi, nelle pieghe della nostra esistenza, superando le fragilità, gli ostacoli e le infedeltà, se accogliamo il disegno di Dio, possiamo diventare strumenti certi di questo divino progetto, perché Dio “sa scrivere diritto sulle righe storte”, solo – però – se siamo disposti ad accoglierlo e sceglierlo liberamente al di sopra di tutto.