8 dicembre: Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria

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Lorenzo Lotto, Annunciazione, 1534 ca, Recanati, Museo civico

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,26-38)

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata  Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Breve commento

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Ippolito Borghese, Immacolata (part.), Polittico, Chiesa Convento PP. Cappuccini, Lauria (PZ), sec. XVII

L’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria si colloca nel cuore dell’Avvento e ci conduce a contemplare la bellezza della Madre del Signore, Colei che il Padre dall’eternità ha eletto per essere la dimora splendente del Figlio e nel cui grembo si sono realizzate le mistiche nozze fra Dio e l’umanità nel mistero dell’Incarnazione. Per realizzare in pienezza questo disegno, Dio – come si è sempre creduto, sin dai primissimi secoli del cristianesimo – ha preservato la Madre del Figlio suo dal peccato originale. Nel 1854, il beato Pio IX, sentito il parere dei Vescovi di tutto il mondo, dichiarò solennemente il dogma dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, affermando: «[…] dichiariamo, affermiamo e stabiliamo che è stata rivelata da Dio la dottrina che sostiene che la beatissima Vergine Maria, nel primo istante della sua concezione, per una grazia ed un privilegio singolare di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia del peccato originale; pertanto, questa dottrina dev’essere oggetto di fede certo ed immutabile per tutti i fedeli» (Bolla Innefabilis Deus). Rileggere il brano dell’Annunciazione nella Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria vuol dire entrare nel mistero più profondo di questa umile fanciulla che Dio ha scelto nella periferia di un villaggio della Galilea, donandole una grazia tutta particolare. La Vergine riceve il saluto dell’Angelo e viene da lui definita come “colei che è ripiena della grazia” (kecharitoméne). Maria è un miracolo della grazia, tanto singolare quasi come se essa trasbordasse dalla sua persona. Maria è la porta del cielo, perché Dio si serve di lei per irrompere con la sua potenza nella storia. Chi, essendo autenticamente umano come Maria, non rimarrebbe turbato di fronte ad un mistero così grande? Il Tutto entra nel frammento, l’Eterno entra nel tempo e Maria ne diviene il sacrario e il tabernacolo. La potenza dell’Altissimo la copre con la sua ombra, compiendo le parole dell’Esodo: “allora la nube coprì la tenda del convegno e la Gloria del Signore riempì la Dimora” (Es 40,34). Maria, in virtù dei meriti della Passione e Morte redentrice di Cristo, è resa tutta bella, “tota pulchra” come si canta nell’antifona tradizionale, in quell’innocenza che per noi uomini, eredi della condizione di Adamo, è possibile solo accogliendo la vita divina, nel cammino di santificazione. Ciò che è avvenuto in Maria in modo preveniente, per noi è possibile solo aderendo all’opera santificatrice dello Spirito, con un percorso di piena maturità in Cristo. Maria, dunque, per una grazia singolarissima, è stata costituita da Dio, sin dal suo concepimento, in quella dimensione che ci apparterrà alla fine del nostro cammino di santità. Questa pienezza di grazia, però, non deve farci sentire distanti e diversi da Lei, ma piuttosto deve essere per noi un invito a ricercare e perseguire la bellezza della santità. Maria è per noi modello di una vita pura, bella e santa, che solo Dio – se aderiamo al suo disegno di salvezza – può donare a ciascuno di noi. Scrisse San Giovanni Paolo II: “A Maria, prima redenta da Cristo, che ha avuto il privilegio di non essere sottoposta neppure per un istante al potere del male e del peccato, guardano i cristiani, come al perfetto modello ed all’icona di quella santità, che sono chiamati a raggiungere, con l’aiuto della grazia del Signore, nella loro vita” (Udienza generale, 5 giugno 1996).

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