La musica della salvezza: il “si” di Maria

La musica della salvezza: Il “si” di Maria

di Rocco De Pietro

Angelus Domini nuntiavit Mariae!

E tutto ebbe inizio.

Quest’annuncio, permeato di riferimenti all’Antico Testamento, soprattutto alle parole del profeta Sofonia e alle promesse messianiche, apre il Nuovo Testamento.

Gioisci, figlia di Sion, esulta, Israele, e rallegrati con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme!” (So 3, 14)

[L’angelo] entrò e le disse: “Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te”” (Lc 1,28)

Il Signore tuo Dio in mezzo a te è un salvatore potente. Esulterà di gioia per te, ti rinnoverà con il suo amore, si rallegrerà per te con grida di gioia, come nei giorni di festa” (So 3, 17).

All’udire le parole dell’Angelo, quelle di Sofonia saranno risuonate nel cuore di Maria, gioiosa figlia di Sion, la quale dimostra sin da subito di entrare con “sapienza” in relazione con l’Angelo messaggero e, avviando un dialogo di poche battute, fa un’unica obiezione: “Come è possibile? Non conosco uomo”, prima di pronunciare il suo fiat grazie al quale vengono portate a compimento le promesse messianiche attese da secoli.

Con una metafora già utilizzata in un’altra nostra riflessione, ci piace dire che il “si” di Maria – inteso come nota musicale – abbia dato avvio al mirabile “concerto” della storia della salvezza, insieme al “fa” di Giuseppe.  Maria esprime un “si” con il quale accoglie il progetto di Dio, mentre Giuseppe, con un’altra nota musicale, supera ogni titubanza e “fa” come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.

Entrambi compiono la volontà di Dio.

Nell’Annunciazione il cielo si incontra con la terra, Dio fedele alla Sua alleanza e alle Sue promesse si incarna nella nostra umanità debole facendosi uomo per una nuova ed eterna alleanza che si stabilirà pienamente nella Pasqua del Signore. Il Dio della tenda del Vecchio Testamento prende dimora tra gli uomini scendendo in Maria che diventa la tenda di Dio nuova e viva.

Maria si fa ancella, serva consapevole e gioiosa del Signore, accogliendo liberamente il progetto di Dio su di lei per la salvezza dell’umanità e, come ci dice Sant’Ireneo, “obbedendo si fece causa della salvezza per sé e per tutto il genere umano” .

Il Servo di Dio don Tonino Bello, Vescovo, meditando sull’Annunciazione guarda a Maria come donna obbediente che liberamente si abbandona al Creatore entrando nell’orbita della salvezza con coscienza responsabile, immaginando che l’Angelo Gabriele abbia fatto ritorno in cielo recando al Signore un annuncio non meno gioioso di quello che aveva portato sulla terra nel viaggio di andata: il “si” di Maria!

Gesù, vero Dio, entra nel seno della Vergine Maria che diventa Madre di Dio, prende in sé tutta la nostra natura umana, fuorché il peccato, e condividendo la nostra umanità ci rende partecipi della sua vita immortale.

L’Annunciazione del Signore a Maria segna la “pienezza del tempo”, cioè il compimento delle promesse, un momento in cui Dio opera nella storia dell’umanità mandando suo Figlio (Cf. CCC n.484). Si tratta dunque di una solennità prevalentemente cristologica o festa congiunta di Cristo e della Vergine (Cfr. Paolo VI, Marialis Cultus, n. 6), culmine del dialogo di salvezza tra Dio e l’uomo, commemorazione del libero consenso della Vergine e del suo concorso al piano della redenzione.

La centralità del messaggio cristiano è il Dio Trinitario, Padre, Figlio e Spirito Santo. San Luigi Maria Grignion de Montfort, nel Trattato della vera devozione a Maria, un classico della spiritualità mariana, ci dice che è per mezzo di Maria che Gesù Cristo è venuto al mondo e che per mezzo di lei deve regnare nel mondo, avvertendoci che essendo Maria una creatura dell’Altissimo e, paragonata alla Sua infinità Maestà, “è meno un di atomo, o piuttosto, non è proprio niente, perché soltanto lui è Colui che è”. Il Montfort è rapito dalla bellezza spirituale di Maria, contempla ammirato le sue grandezze, ma solo Dio è Dio: anche Maria è una creatura, ma Dio l’ha scelta per compiere meraviglie. Ed avverte ancora il Montfort: Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo deve essere il fine ultimo di tutte le nostre devozioni, Egli è l’alfa e l’omega, inizio e fine di tutte le cose, in Lui solo abita tutta la pienezza della Divinità.

San Paolo VI afferma: “vorremmo ribadire che lo scopo ultimo del culto alla Beata Vergine è di glorificare Dio e di impegnare i cristiani ad una vita del tutto conforme alla sua volontà. E lo stesso Gesù nel Vangelo che alla donna esclamò “Beato il seno che ti ha formato, e le mammelle che tu hai succhiato!” (Lc 11,27), rispose con tono grave “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica” (Lc 11,28)” (Cfr. Paolo VI, Marialis Cultus, 39).

Nell’Annunciazione Maria, come Giuseppe, compie la volontà di Dio ed è questa la pietra miliare che ci indica la strada per entrare a far parte del Regno. Il mezzo attraverso il quale percorrere questa strada è l’ascolto della Parola: “avvenga di me secondo la tua parola”. I Padri della Chiesa affermavano che Maria avrebbe concepito mediante l’orecchio, ovvero mediante l’ascolto della Parola. “Attraverso la sua obbedienza, la Parola è entrata in lei e in lei è diventata feconda” (Cfr. Benedetto XVI, L’infanzia di Gesù Ed. LEV 2012).

Ed è lo stesso Gesù che nei racconti evangelici ammonisce a vivere secondo i comandamenti di Dio: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli; ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” (Mt 7,21); e: “Voi siete amici miei, se farete ciò che io vi comando” (Gv 15,14).

L’Annunciazione del Signore è l’Incarnazione di Dio che mantiene le promesse dell’alleanza, si fida degli uomini e ci ha creati liberi per responsabilizzarci. Maria, da parte sua, in piena libertà ci invita a mantenere sempre vivo il “si” fiducioso che Lei ha dato per conto di tutti noi, facendoci diventare uomini nuovi, umanità nuova riconciliata per mezzo di Cristo. Con Maria sentiamoci anche noi chiamati a dire il nostro “eccomi” e ad essere “servi del Signore” in ogni momento della nostra vita, perché la volontà di Dio possiamo farla in ogni condizione e possiamo servire il Signore in ogni ambito della società civile in cui svolgiamo i nostri compiti, dai più umili ai più alti. Riscopriamoci in una fede ardente, che ci consente di abbandonarci fiduciosamente a Dio oltre ogni calcolo umano ed orientare verso di Lui tutto il nostro essere e il nostro agire, le nostre relazioni, il nostro cuore il nostro lavoro, meditando e attuando la sua Parola.  Solo così, come Maria, potremo anche noi innalzare al Signore il nostro Magnificat!

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