Giovedì santo 2023: Li amò fino alla fine

Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 13,1-15)

Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri». Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».

Commento

Giovanni, rispetto agli evangelisti sinottici (Marco, Matteo e Luca), non narra l’istituzione dell’Eucaristia nell’ultima cena, ma offre una prospettiva complementare, attraverso l’intensa scena della lavanda dei piedi. Il primo versetto del brano contiene il presupposto di tutto quello che si svilupperà nei capitoli successivi, non solo rispetto alla scena subito narrata, ma anche a tutto lo sviluppo della narrazione evangelica del mistero pasquale di Gesù e – non sembra un azzardo dirlo – di tutta la storia della salvezza: Gesù in quel momento, la sua “ora”, ha deciso una volta per sempre di amarci senza misura, senza scadenza e in maniera irrevocabile. Tutto ciò che è accaduto dopo e che viviamo ora ne è effetto: l’Eucaristia, la Passione, la Morte, la Risurrezione, il dono dello Spirito e la vita eterna. In quel momento di intimità con i suoi discepoli, Gesù rivela pienamente il suo essere Maestro e Signore. Egli non si china a lavare i piedi dei suoi discepoli, nonostante sia Dio, come una sorta di concessione, di abbassamento, una forma di solidarietà con noi che abbiamo i piedi sporchi della polvere del mondo, ma per mostrarci chi sia veramente Dio e come agisca nella storia. La sua sovranità e signoria non sono come quelle umane, che si affermano nel lasciarsi servire e onorare. La sua maestà è differente: si manifesta nel donarsi, nell’abbassarsi, nel purificare e ridonare dignità a tutti. Attraverso il gesto profetico di inchinarsi sulle nostre povertà, Cristo ha anticipato la sua Passione e Morte, attraverso le quali ha realizzato il suo disegno di salvezza per ciascuno di noi. Nelle parole che Gesù rivolge a Pietro titubante, si rivela il senso del suo gesto di kenosi, di spoliazione: lo si capisce pienamente soltanto quando egli sarà appeso al legno infame della croce. Solo chi è capace di riconoscerlo mentre si fa piccolo nella carne umana come un bambino, nel farsi nostro compagno di viaggio nelle ore più buie della nostra esistenza, nel donarsi come cibo per noi in poche briciole di pane e in poche gocce di vino nella Santa Eucaristia, fino al gesto estremo della condivisione dell’esperienza della sofferenza e della morte, può veramente aver parte con Lui, condividere la sua stessa vita. Chi entra in questa dinamica, non può che vivere come Gesù ha vissuto! Se ci lasciamo veramente servire e nutrire da Lui, non possiamo non scegliere lo stesso percorso: servire i nostri fratelli.

Un pensiero su “Giovedì santo 2023: Li amò fino alla fine

  1. samye71

    “La sua maestà è differente: si manifesta nel donarsi, nell’abbassarsi, nel purificare e ridonare dignità a tutti.”

    Grazie Don Luciano!
    Quante grazia abbiamo ricevuto dal nostro Signore!
    Lodiamolo e ringraziamolo!

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